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  • Ospedale Laennec - corsia

    • Cosa si intende per malattia e salute? Come questi modelli esplicativi della realtà sono via via mutati attraverso le fasi storiche e come possono o meno differire tra le varie culture?
      Perché è utile studiare la storia della medicina e qual'è (sinteticamente) la stiria della storiografia medica?

    • Il pensiero del grande storico e medico Mirko D. Grmek sul rapporto salute e malattia.

  • Le prime evidenze nella preistoria e nelle civiltà del Vicino Oriente. La medicina "sacrale" in Grecia: Asclepio.

     

    • Dalle evidenze archeologiche alla medicina della Mezzaluna Fertile, dell'Egeo e delle colonie greche dell'Italia Meridionale.

  • La medicina Asclepiadea, Ippocrate e le nuove richieste della società delle poleis. Ippocrate come griffe della medicina occidentale attraverso il Corpus Hippocraticum. Storie di tradimenti intellettuali.

    Ippocrate. Vignetta umoristica.

  • La nascita dei regni ellenistici. Alessandria come centro della cultura mediterranea. La "nuova medicina" e l'apertura della "scatola nera"

    Alessandro Magno

  • Dalla medicina tradizionale della Roma repubblicana
    alla nuova medicina di stampo ellenistico d'epoca imperiale.




  • L'opera ed il pensiero medico e filosofico di Claudio Galeno, che visse tra Pergamo e Roma nel II secolo d.C., rappresentano uno dei punti nodali della storia della medicina. Il pensiero galenico, seppure riletto, ampliato o criticato fu la base della medicina in lingua greca (a Roma e a Bisanzio), della medicina araba, del pensiero e della pratica medica del basso medioevo e dell'età moderna. Non è difficile dimostrare come "l'onda lunga" di questo pensiero lambisca ancora oggi la medicina.

       

  • Nell’alto medioevo, dopo il collasso delle strutture amministrative dell’Impero Romano, i medici laici continuarono ad esercitare nelle città, divenute sempre meno abitate. La cultura medica antica, almeno in parte, fu conservata nei monasteri attraverso l’opera sia dei copisti che salvarono alcune grandi opere dall’oblio, sia degli infirmarii, veri e propri luoghi di ricovero e cura dove monaci-medici pensavano alla salute dei confratelli. Il problema però era che la “cultura medica antica”, almeno in Occidente, si era se non persa, almeno sbiadita già dopo il III secolo. La divisione dell’Impero tra Oriente ed Occidente aveva portato, tra i suoi risultati, ad un Occidente di lingua latina e ad un Oriente di lingua greca, con il risultato che la diffusione di testi medici, quasi esclusivamente in lingua greca, rimanesse appannaggio dell’area greco-bizantina. Nell’Occidente tardo-antico sempre più di lingua latina, i testi di medicina si riducono essenzialmente ad elenchi organizzati di rimedi accompagnate da poca teoria. La situazione passa così, in maniera silenziosa, all’alto medioevo dove il corpus testuale subisce una ulteriore contrazione dovuta alla scelta dei materiali da copiare negli scriptoria monastici.


    La discrepanza fra il testi circolanti nel mondo bizantino e quelli circolanti nell’Occidente altomedievale, gli uni ancora imperniati su un fondamento teorico di derivazione galenica e gli altri più o meno semplici prontuari diagnostico-terapeutici non è da attribuirsi soltanto al problema della lingua: se il testo medico nasce da una esigenza professionale, la tipologia degli utenti del medico tra oriente ed occidente era profondamente diversa e dettata da motivi economici. In occidente, adesso, gli insediamenti erano spesso parcellizzati  con una economia generalmente basata sulla sussistenza (a parte alcuni beni da sempre commerciati quali i beni di lusso e le spezie), a differenza del mondo gerarchizzato e produttivo orientale con almeno una metropoli, Bisanzio, in grado di sostenere una richiesta di medici colti e una struttura di medici pubblici. 


  • Se per tutto l’Alto Medioevo manca una vera e propria scienza o filosofia della natura legata alla medicina, tra il XI e il XIII secolo si iniziò un processo volto alla ricostituzione di una medicina a fondamento prevalentemente teorico a partire dai primi, concreti tentativi fatti dai medici salernitani sulla base della disponibilità dei testi arabi di medicina, tradotti in quel periodo in ambito cassinense da Costantino l’Africano. E' proprio grazie alle traduzioni di Costantino che nasce a Salerno, città già rinomata come luogo di terapia e di medici esperti. la prima Scuola medica modernamente intesa, dove l'insegnamento, svolto secondo modello della glossa al testo di alcuni ambienti universitari parigini, può avvalersi di un cospicuo corpus testuale raccolto in una silloge chiamata Articella.


    L'insegnamento della medicina viene rapidamente appannaggio delle grandi università cittadine: Padova, Bologna, Pisa ma anche Montpellier. Dopo la metà del XIV secolo, con la ripresa del pensiero aristotelico, all'Articella si affiancherà il Canone della medicina del medico persiano dell'XI secolo Ibn Sina, latinizzato in Avicenna e tradotto presso la corte di Toledo. Questo è il periodo della massima espansione del potere sociale del medico, generalmente addottorato in una delle grandi Università italiane. 
    La Grande Peste del 1348 metterà in crisi sia la società medievale europea che gli stessi medici che per la prima volta si trovavano di fronte un morbo sconosciuto dai testi antichi e "moderni" e rapidamente letale. Inizia così un lento declino del galenismo, che comunque durerà ancora molto a lungo e nonostante le nuove scoperte scientifiche dal XVII e XVIII secolo.